"Roma,
18 aprile 2012 – Meno iscrizioni e più cessazioni: è così che, nel primo
trimestre del 2012, si è allargata la forbice della vitalità delle imprese tra
chi sceglie di entrare sul mercato creando una nuova attività (sono stati in
120.278 tra gennaio e marzo) e chi, al contrario, ne è uscito (in tutto, 146.368).
In particolare, rispetto allo stesso periodo del 2011, le iscrizioni sono
diminuite di 5mila unità mentre le cessazioni sono aumentate di ben 12mila
unità, con il risultato di un saldo del periodo pari a -26.090 imprese.
Praticamente il triplo rispetto ai primi tre mesi del 2011, quando erano
mancate all’appello “solo” 9.638 imprese. In termini relativi, la riduzione
dello stock delle imprese nel I trimestre è stata pari al -0,43%, contro il
-0,16% del 2011."
La cosa che non dice, e che si può leggere qui, è che quasi la metà di queste imprese morte sono agricole, per la precisione 13.335 in meno. E qui, se la produzione scende, c'è poco da stare allegri.
In più, riporta La Stampa dell'11 giugno 2012, le P.IVA sono diminuite tra marzo e aprile, del 25,8%.
Credo che, di questo passo, i tagli agli stipendi degli impiegati pubblici siano sempre più vicini, perchè l'anno prossimo nelle casse dello stato ci sarà un buco mai visto prima. Se non c'è un rilancio dell'economia con un taglio brutale di tasse soprattutto ai privati, l'accelerazione della caduta sarà dirompente.
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