lunedì 11 giugno 2012

Quando l'economia muore

Ecco cosa ci dice Unioncamere, su questo 2012. Niente che non si sappia già, per carità. Solo che quando il dato è nudo e crudo, lascia poco spazio alla filosofia.

"Roma, 18 aprile 2012 – Meno iscrizioni e più cessazioni: è così che, nel primo trimestre del 2012, si è allargata la forbice della vitalità delle imprese tra chi sceglie di entrare sul mercato creando una nuova attività (sono stati in 120.278 tra gennaio e marzo) e chi, al contrario, ne è uscito (in tutto, 146.368). In particolare, rispetto allo stesso periodo del 2011, le iscrizioni sono diminuite di 5mila unità mentre le cessazioni sono aumentate di ben 12mila unità, con il risultato di un saldo del periodo pari a -26.090 imprese. Praticamente il triplo rispetto ai primi tre mesi del 2011, quando erano mancate all’appello “solo” 9.638 imprese. In termini relativi, la riduzione dello stock delle imprese nel I trimestre è stata pari al -0,43%, contro il -0,16% del 2011."

La cosa che non dice, e che si può leggere qui, è che quasi la metà di queste imprese morte sono agricole, per la precisione 13.335 in meno. E qui, se la produzione scende, c'è poco da stare allegri.

In più, riporta La Stampa dell'11 giugno 2012, le P.IVA sono diminuite tra marzo e aprile, del 25,8%.
Credo che, di questo passo, i tagli agli stipendi degli impiegati pubblici siano sempre più vicini, perchè l'anno prossimo nelle casse dello stato ci sarà un buco mai visto prima. Se non c'è un rilancio dell'economia con un taglio brutale di tasse soprattutto ai privati, l'accelerazione della caduta sarà dirompente.


Nessun commento:

Posta un commento

I troll non sono i benvenuti, gli insulti neanche. Non sono democratico nè caritatevole, per cui se il pensiero è scritto per creare flames o per insultare verrà cestinato. Gli anonimi non sono ammessi.