mercoledì 13 giugno 2012

Ma lo spread non era colpa di Berlusconi?

Sette mesi. Napo orso capo, l'uomo che plaudiva ai carri armati russi che nel '59 schiacciavano sotto i cingoli la rivolta anticomunista ungherese, nomina senatore a vita un oscuro professore bocconiano legato a Goldman & Sachs. Il premier Berlusconi, le cui aziende in borsa vengono attaccate facendole crollare del 12%, si dimette. Avviso mafioso dei poteri forti? Coincidenza? Golpe bianco? C'è sempre di mezzo un conflitto di interessi: c'è a maggior ragione se Monti, pompiere-piromane, viene chiamato a spegnere l'incendio che ha contribuito a creare. Monti, quello che era nella commisione europea che nel 2001 fece entrare la Grecia nell'euro. Lo spread cala. Per un po'. I pasdaràn, quelli del ventennio berlusconiano (che non c'è mai stato visto che non ha governato nemmeno nove anni, ma sa tanto di fascista) esultano. Il preconcetto religioso che tutti i mali della malatissima repubblica italiana siano legati al loro peggior nemico diviene certezza concreta.

Poi, l'accelerazione, la presunta quadratura dei conti, tasse più alte, contributi più alti, la reintroduzione dell'iniqua tassa sulla casa comprata con soldi già tassati, imprese che chiudono a catena, nessun rilancio economico, nessuna mediazione. Nessun litigio quotidiano Berlusconi-Tremonti, no, perchè qui si è riunito tutto in uno, senza freni. Professori, slegati dalla realtà quotidiana, che svolgono un lavoro che potrebbe fare un qualunque ragioniere, solo che lo fanno nel peggiore dei modi. Povera Italia, se prima eravamo nella padella, adesso è brace pura. Si prevedono crolli nelle casse dello stato. Altro che finte battaglie sull'articolo 18.

Le aziende piccole e medie chiudono, le P.IVA vengono restituite. Chi può va in Romania, in Svizzera, in Austria, dove stati non canaglia chiedono un modesto contributo al lavoro, il 20%. La Fiat se ne va, un pezzo alla volta . Nell'Italia neoborbonica che mantiene un esercito di strutture parassitarie (anche a livello locale), le tasse, tra IRPEF, INPS et cetera, partono dal 45% (se si escludono i quattro gatti creati da Tremonti che pagano il 5% di IRPEF più l'INPS passata da 2.800€ a 3.200€ con Monti). Gli altri, quelli che non possono andarsene, ricorreranno al nero assoluto diventando evasori totali. Un capolavoro.

Ed eccoci allo spread, tornato ai valori di sette mesi fa. Il cerchio si chiude. Scrive su La Stampa Jena, vecchio comunista al di sopra di ogni sospetto: "Ma non avevamo detto che la speculazione attaccava l’Italia perché c’era Berlusconi?".

Intanto all'estero, in Grecia, studiano come bloccare i bancomat quando ci sarà l'uscita dall'euro. La Spagna, declassata di tre gradi in un colpo solo, si prepara all'ultima battaglia, facendosi taglieggiare dalle banche con un megaprestito. I franchi svizzeri vanno a mille, tanto che la Svizzera ha dovuto bloccare il tasso di cambio della sua moneta. Qualcuno inizia a parlare di nazionalizzazione delle banche anche in Italia.

6 commenti:

  1. la catastrofe del debito è iniziata con l'unità ma ha avuto la massima esplosione da una trentina d'anni a questa parte, il peggio con Craxi e Berlusconi.

    Solo degli sprovveduti (io direi degli imbecilli) possono credere che sia possibile svuotare un lago di problemi creato in decenni con il secchiello in qualche mese.
    Un po' comne le cicale che pensano che bastino le poche giornate dell'estate di san martino per tornare all'estate.

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  2. E invece lo pensavano in molti, a quanto pare, quindi molti imbecilli, direi. Aggiungerei che non solo non basteranno i mesi, ma non basteranno nemmeno gli anni, così come non erano bastati allo stesso Berlusconi. Questo perchè il sistema non vuole cambiare ed ha fortissime difese, direi impenetrabili. Berlusconi se n'è andato perchè l'ha capito, anche se tardi. Monti invece è lì non per salvare il sistema, ma per spremerlo fino all'ultimo per conto delle banche.

    La catastrofe comunque non è il debito, il Giappone è lì a dimostrarlo (o la Spagna), ma la miriade di strutture parassitarie che popolano il paese, che senza debito ci sarebbero ugualmente e ugualmente sarebbero un problema. Solo che questa miriade di strutture parassitarie sostiene milioni di persone votanti, che non possono essere toccate.

    Fondazioni, coop, aziende parastatali finto privatizzate, provincie, comuni e regioni con dipendenti extralarge, le stesse poste, qualunque nido di protezionismi sindacalizzati a livello locale e nazionale. Senza dimenticare Asl e scuole, veri e propri centri di procacciamento di voti. Non si salva nessuno, soprattutto i privati, che affondano nelle sabbie mobili del prelievo fiscale per sostenerli.

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  3. > non solo non basteranno i mesi, ma non basteranno nemmeno gli anni

    Beh, su questo concordo. Per me il malato è già in stadio terminale. Il sistema non vuole cambiare.
    Berlusconi è stato culturalmente uno dei massimi responsabili del più becero consumismo sociale e di un approccio cicalesco alla conduzione della nazione.

    Masse improduttive...
    Poiché soluzioni drastiche non sono ammissibili (la riduzione verrà imposta cruentemente dal collasso, osservano molti studioni, a partire dal 2030 con massima gravità intorno al 2050) alias i forni crematori non si possono usare nel 2012, possiamo anche pensare di metterle sulla strada togliendo loro lavoro e altro, ma ciò sposta il problema, non lo risolve.
    Dopo decenni/secoli in cui è stato detto loro: aumentate senza limite, consumate di più, indebitatevi , non pagate le tasse (perché lo stato si indebita per voi così voi potere mantenere la bella vita da cicale e relativi consumi oltre il livello sostenbile e continuare a fare il passo più lungo della gamba (per aumentare la crescita e il dissesto complessivo del sistema e la percolazione di potere risorse verso il vertce della piraminde - questo ovviamente è stato tenuto ben nascosto) ora non si possono far sparire magicamente. Nel frattempo le risorse vengono drenate ai più e ulteriormente concentrate in sempre minore persone. Sfascio e iniquità vanno insieme, in genere i peggio vanno bene insieme.

    Il sistema è completamente marcio, il tumore di cui si è nutrito lo sta uccidendo.

    http://blogeko.iljournal.it/2012/perverse-dinamiche-familiari-madre-terra-e-vicina-al-collasso-scrive-la-rivista-nature/67923

    Bisognerebbe partire da questo pomeriggio con una politica di decrescita (dati i tempi a disposizione non potrebbe che essere brutale) ma il sistema non vuole cambiare ed e non cambierà.

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  4. Berlusconi non è stato il responsabile, ma l'espressione del consumismo. In realtà lo erano un po' tutti, solo che in lui la cosa era più sottolineata per motivi di strabismo politico, più che evidente. Le sue aziende peò non sono malate come tante altre i cui proprietari non vengono mai nominati nè messi alla berlina, anche se magari sono politici mome lui, mah. Uno dei problemi dell'Italia è proprio questo: aziende malate, in mano alle banche, senza vera liquidità, senza una vita propria.

    Ci sono eccezioni eccellenti ovviamente, come la Ferrero o la Barilla, ma solo in ambito alimentare.

    Io non penso che si debbano terminare tutti gli impiegati pubblici (ma i manager sì :P), però si debbono tagliare i loro stipendi. Non penso nemmeno che l'italiano sia cicala, e se non erro risultiamo tra i popoli più risparmiosi a livello privato.

    Non penso però che il debito pubblico e quello privato siano la stessa cosa. Quello pubblico è servito a creare un tenore di vita accettabile, e esistono i buoni del tesoro per ripagarlo. Certo tagliare le spese per abbassarlo si deve, come ho detto, ma non tutto in una volta e ora. Il debito privato è un'altra cosa. E' il concetto del voglio tutto subito e non mi è mai andato a a genio. Abolirei qualunque forma di mutuo casa esclusa. Se non si hanno i soldi per comprare qualcosa (cibo a parte, spererei) si aspetta, si risparmia, e quando si arriva all'obiettivo, la soddisfazione è doppia. Sarò all'antica ma la penso così. Non ho mai comprato niente a rate, non mi piace ipotecare il mio futuro. Ma uno stato lo deve poter fare, se è per il bene delo cittadino. E invece questo stato non solo non lo fa più, ma ora ti mette anche i bastoni tra le ruote.

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  5. > Non penso nemmeno che l'italiano sia cicala
    > e se non erro risultiamo tra i popoli più risparmiosi a livello privato.

    Ancora molti anni fa Eco osservava che il danno peggiore del berlusconismo e'stato il berlusconismo. Ovvero anche l'emancipazione di pacchianita' e consumismo. Il potere inquinante per le menti della pubblicita' interrotta da qualcosa.
    Si' c'e' una spirale duale espressione di - potenziamento di tra il berlusconismo e la parte d'Italia corrispondente.

    Non e' ammissibile che lo stato si indebiti per permettere un tenore o un risparmio privato.
    A questo punto se proprio deve essere cosi'preferisco il liberismo selvaggio e vedi come aumenti i risparmi quando devi pagare di persona per tenore, consumi e servizi...

    Io sono all'antica su molte cose, AB.

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  6. Beh anch'io sono all'antica su alcune cose, ma Eco non mi è mai piaciuto. E' uno dei rappresentanti di un certo pseudo-intellettualismo radical-chic che gira attorno al nulla. So bene che è antiberlusconiano, segue i dettami del Politburo, come i suoi simili, soprattutto nel mondo televisivo. Questo, almeno in apparenza: poi, se c'è da correre alla mangiatoia, lo fanno tutti.

    Quanto al risparmio privato beh, se continua così verrai accontentato, non rimarrà più niente, solo che lo stato rimarrà tale e quale, patrigno e ladro. Il liberismo selvaggio è già dietro l'angolo, come il modello "amerikano", dove chi può paga, chi non può muore.

    Berlusconi è la comoda scusa che la sinistra ha trovato per riunire il suo elettorato e distogliere l'attenzione da pochi concetti fondamentali: il fatto che il PCI-DS-PDS-PD abbia partecipato alla distruzione dell'Italia con la lotta di classe, la sindacalizzazione e il sessantotto, e che abbia per anni collaborato coi crimini dell'Unione Sovietica.
    In più il PCI si è spartito l'Italia con i finti nemici cattolici, i DC, finendo addirittura per unirsi con loro (sinistra DC) realizzando il sogno di Moro.
    Questa gente non è camnbiata, se non nel nome. Sono ancora tutti lì, nella stanza dei bottoni.
    Berlusconi a confronto è un chierichetto coi sui otto anni di governo.

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