giovedì 30 agosto 2012

Il fisco italiano, lo sceriffo di Nottingham

"La frode fiscale non potrà essere davvero considerata alla stregua degli altri reati finché le leggi tributarie rimarranno vessatorie e pesantissime e finché le sottili arti della frode rimarranno l’unica arma di difesa del contribuente contro le esorbitanze del fisco".

Se nel clima da crociata che si respira oggi qualche politico (anche se rappresentante delle classi più colpite dal fisco), dicesse una cosa del genere, sarebbe la sua fine politica. Ma chi è stato a pronunciare una frase così pericolosa, così scomoda? Berlusconi? Bossi? No.
E' stato uno dei politici più liberali d'Italia. E' stato Luigi Einaudi, e per la precisione non fu un pensiero pronunciato, ma scritto. Scritto sul Corriere della Sera il 22 settembre 1907.

Cos'è cambiato da allora? Oggi l'evasione fiscale in Italia è scesa parecchio, e siamo poco sopra paesi come Stati Uniti o Svizzera, tanto per dirne due. Le stime parlano del 17% del PIL, mentre anni fa ricordo che si discuteva del 25% o giù di lì. In compenso la pressione fiscale è aumentata ulteriormente, per la precisione, siamo arrivati al 55% del PIL (con punte del 70% di tassazione nell'industria) che finisce in mano al fisco. Un triste primato, perchè siamo diventati i primi al mondo. Per intenderci, durante i governi Berlusconi II e III la pressione era al 43%, sempre altissima, ma Monti ha polverizzato, come previsto, ogni record.

Ci sarebbe anzitutto da chiedersi, ma se l'evasione è diminuita, perchè le tasse continuano a salire? Risposta, perchè lo stato non sa spendere, non sa assumersi le sue responsabilità, e le scarica su altri, creando nemici ad uso e consumo del popolo bue, per la solita guerra pilotata. In questo caso contro gli evasori fiscali. Intendiamoci, non mi piacciono quelli che portano i capitali all'estero e si fanno gli imperi frodando il fisco, ma non mi piace nemmeno un fisco ladro. Due torti non hanno mai fatto una ragione. Ci sono comunque anche moltissimi microevasori che ormai, se non evadono (e si parla di qualche centinaio di euro), non mangiano.

Supponiamo che dal 55% si scalasse il 17% dell'evasione fiscale e si abbassassero così le tasse. Si arriverebbe al 38% di pressione fiscale. Tutto a posto? Proprio per niente. In Spagna la pressione fiscale è già adesso del 32,9%, con un'evasione ben più alta della nostra. Il Giappone? Il 30,6%. Gli USA? Il 26,3%. Il Regno Unito, con l'8% di evasione ha la pressione fiscale al 38,1%. Parliamo della Svizzera dove le imprese italiane stanno scappando? La pressione fiscale sui redditi d'impresa è del 18-20%. In Italia con un lordo di 15.000 euro, te ne restano in tasca 8.000, se conti il commercialista 7.000. Una rapina a mano armata.

Se poi si parla di carico fiscale, è una débacle completa. Il grafico dice tutto.

Nel 2001 il premio Nobel per l'economia Milton Friedman venne in visita in Italia. La conosceva bene perchè disse che "se il nostro paese si regge ancora è grazie al mercato nero ed all’evasione fiscale che sono in grado di sottrarre ricchezze alla macchina parassitaria ed improduttiva dello Stato per indirizzarle invece verso attività produttive". "L’evasore in Italia" - disse - "è un patriota".

Parole shock, ma nessuno le capì, nessuno le confutò, nessuno le giustificò, furono semplicemente ignorate. Oggi siamo qui ad ascoltare Monti che fa della lotta all'evasione fiscale la sua bandiera, ma continua a non combattere la causa prima dell'evasione fiscale, ovvero le tasse folli ed inique.

Come nel Medioevo, come ai tempi di Robin Hood, siamo vessati da un signorotto locale che ci ruba il raccolto, ci porta via il grano raccolto con fatica, e pretende di essere nel giusto. Le cose, se c'è giustizia, presto cambieranno. Ci serve un Robin Hood, ma soprattutto ci serve re Riccardo, che scacci il malvagio principe Giovanni e il suo sgherro, lo sceriffo di Nottingham.

domenica 26 agosto 2012

Partito Depresso

Sono contrario di solito a parlare di un partito in particolare perchè si rischia di fargli pubblicità gratuita, ma nel PD stanno veramente rasentando il ridicolo. Impauriti e depressi (unica certezza) ma non si sa da cosa, si scagliano contro tutto e tutti. Allontanato temporaneamente il Nemico Storico n.1, il Silvio nazionale, Bersani ha ricominciato ad usare i toni da anni settanta. L'obiettivo, manco a dirlo, è il Nemico Nuovo n.2, ovvero Grillo e il suo movimento, che avrà mille difetti, questo è certo, ma è stato democraticamente votato da parecchi italiani. Così si rispolvera il solito repertorio in cui l'ex (?) comunista dà del "fascista" a chi non la pensa come lui. Tutti sono "fascisti", i preti, gli imprenditori, gli agricoltori, i pidiellini, i leghisti, i grillini, forse prossimamente anche i seguaci dell'analfabeta di Montenero. Che Grillo sia un po' animale non c'è dubbio, ma, da comico un po' profeta nel deserto quale è,  usa i toni che sono esattamente gli stessi di altri comici  o supposti tali, da sempre asserviti volontariamente alla sinistra, sia che fosse quella del pensiero Unico, sia quella che scimmiotta il PD degli amerikani (come li chiamavano i compagni). I vari Benigni, Littizzetto, Rossi, Guzzanti, Fo, Luttazzi  et cetera sono sempre stati caustici (per non dire altro) con la differenza un po' imbarazzante di uno strabismo politicamente genuflesso alla palude sinistra, mentre, al contrario, Grillo se l'è sempre presa con tutti. Quindi, Grillo è fascista. Certo, gli atteggiamenti di alcuni suoi seguaci, tipo i venti anarchici notav che l'altro giorno a Torino hanno occupato un'azienda (pare) collegata ai lavori della Torino-Lione minacciando i 5 o 6 dipendenti, non depone molto a favore della democrazia, ma sono comunque pochi. Se si deve guardare le minoranze minorate, praticamente ce ne sono in ogni partito. Però questo ritorno al linguaggio da anni settanta è stupido oltre che epricoloso, primo perchè il fascismo è caduto nel '43 ed è scomparso nel '45, secondo perchè il fascismo non è una parola da usare per demonizzare un avversario politico, ma ha un significato ed una connotazione ben precisa.

Oltretutto, in questa guerra contro tutti il PD dimostra di non voler essere un partito di governo. Sarebbe opportuno invece, per il bene del Paese, che si lavorasse affinchè, dopo le elezioni, in caso di mancata vittoria di uno dei contendenti, i partiti maggiori come appunto il PD e il PdL, si preparassero all'eventualità di un governo di larghe intese, come peraltro era già stato richiesto nel 2006 da Berlusconi quando Prodi aveva vinto per una manciata di voti, ventimila o giù di lì. Il PD dovrebbe anche fare quello che chiede sempre agli altri, ovvero pulizia. Ci sono a sinistra personaggi imbarazzanti come Bassolino, Vendola o il tanto esaltato Chiamparino (che ha lasciato Torino con un buco enerme al collega Fassino) e tanti altri che sono semplicemente impresentabili, ma in realtà restano intoccabili. Così i "fascisti" sono sempre gli altri.