martedì 19 giugno 2012

La Grecia resiste

Come contro i persiani nella storia e come contro i russi negli europei 2012 la Grecia non sembra voler mollare l'euro. E' logico, per carità, i greci non sono dei grandi esportatori, e l'inflazione derivata dal ritorno alla dracma probabilmente farebbe grossi danni. Ecco perchè ci vorrebbe un'uscita congiunta di Italia, Spagna, Portogallo ed eventualmente Irlanda. In tal modo l'euro schizzerebbe ai massimi e i tedeschi non potrebbero più esportare nemmeno uno stuzzicadenti, e la loro economia si ridimensionerebbe pesantemente, cessando una concorrenza favorita dalle grandi risorse del paese contro economie che tali risorse non hanno, come l'Italia. Questo riporterebbe semplicemente l'Europa ad una situazione più equilibrata, senza traumi esagerati. Alternativamente potrebbe essere la Germania stessa ad andarsene, rifiutando le regole del mutuo soccorso, rendendo l'euro una moneta meno matrigna e più elastica. Se il Piemonte o la Lombardia facessero come la Germania, l'Italia non esisterebbe da un pezzo. A Dio piacendo noi siamo parecchio diversi.

Insistendo sull'euro e senza permettere ai paesi membri di batterlo o senza che lo faccia la BCE, lo scenario è decisamente più oscuro. Le banche continueranno a taglieggiare i paesi in difficoltà e a drenare ricchezze, e ad un certo punto i consumi crolleranno oltre ogni immaginazione. E crollo dei consumi significa semplicemente crollo dell'occupazione e crollo dei servizi, cosa che è ben diversa da un abbassamento programmato e ad una ricalibrazione dell'economia fatta in progressione. Lo sappiamo che il PIl non può crescere sempre e ad ogni costo. Ma un conto è adattarsi alla nuova situazione in un decennio, un altro è farlo in sei mesi.

Sarebbe un remake di un film già visto, come la caduta del comunismo in Russia invece della trasformazione progressiva fatta in Cina. Tifare per la prima soluzione è semplicemente stupido, perchè sarebbe come segare l'albero su cui si è seduti. Nessuno, nemmeno lo statale più ipertutelato, sarà al riparo da una situazione del genere.

Pontificare coi piedi al caldo è sport molto popolare, e auspicare devastazioni fini a se stesse non è segno di intelligenza, ma di cupio dissolvi. Nel male del disinteresse di molti, però, c'è l'interesse di molti altri. Ci sono gruppi di famiglie che fanno la spesa (nei market a basso costo) a rotazione una settimana al mese, per aiutarne altre che non possono più permettersi nulla per via di affitti e bassi salari. Poi ci sono i gesti semplici, come mandare pochi soldi a chi è in difficoltà, anche col cellulare. E con tutti i loro difetti e scandali, anche le chiese aiutano, come ad esempio la Caritas. E se non basta, c'è anche la gente che prende e va ad aiutare chi ha bisogno, come i terremotati, fuori e dentro l'Italia. Questa è l'Italia.

C'è un'analogia tra il buonismo e il disinteresse che ha permesso di disperdere risorse per anni e la cupio dissolvi del sedicente profeta nel deserto, e cioè che sbagliano entrambi. Due errori non fanno una ragione. Ci vuole equilibrio, capire cosa fare e come farlo. Chiarire le responsabilità, personali e pubbliche. E soprattutto avere un piano concreto e attuabile che non sia nè demolire tutto (in stile sessantottino) nè lasciare tutto com'è (in stile politico opportunista). Non si può nemmeno tornare indietro, perchè non puoi togliere la libertà a chi l'ha provata. Occorrono regole ma non solo quelle che piacciono a noi, ma devono essere condivise. La nostra libertà inizia dove finisce quella altrui, e sapendo questo sappiamo che comunque ciascuno deve rinunciare a qualcosa per ottenere qualcosa.
Come raggiungere praticamente questa terza via è difficile dirlo, ma da qualche parte bisogna cominciare, e farlo con buonsenso mi sembra la cosa migliore.

1 commento:

  1. L'equilibrio (peraltro dinamico), il discernimento, l'osservazione critica, il libero arbitrio, il senso del ben-vivere sostenibile, i rapporti con Gea, la dimensione spirituale della vita inerente il tempo che passa e il significato dell'esistenza, il valore di lasciare un mondo MEGLIO di come lo ciascuno di noi lo trova...
    Tutto ciò è assai scarso in molte persone.
    Il potenziale umano usato poco o usato male...
    Quanto lavoro da fare!

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