mercoledì 23 maggio 2012

Modern Money Theory

Essendo in tema di segnalazioni, vorrei soffermarmi su questa teoria economica, la MMT, che vede in Paolo Bernard, uno dei creatori di Report, nota trasmissione RAI, uno dei principali divulgatori in Italia.

La teoria, in breve, vede la perdita di sovranità monetaria di una nazione come una sostanziale perdita di libertà e un asservimento a potentati economici che in virtù delle loro risorse, ne diventano proprietari de facto. Il parallelismo con la situazione attuale dell'Europa dell'euro è evidente. I paesi europei, rinunciando a battere moneta, hanno rinunciato ad essere nazioni. Sono diventati delle imprese che devono necessariamente far tornare i conti: una situazione innaturale per un paese sovrano, che si consegna così alle banche globalizzate a cui deve chiedere prestiti a tassi non controllati, come un normale cittadino. Il debito pubblico è diventato una colpa assoluta, non una colpa relativa. In un paese sovrano, lo stato eroga servizi che non restituiscono guadagni, l'azienda no. D'altronde è anche vero che l'azienda paga le tasse, mentre lo stato le incassa, ma la MMT dice che le tasse non esistono per pagare la spesa pubblica, perchè non sarebbero mai in grado di coprirla. Per coprirla è necessario emettere buoni del tesoro e ricorrere al debito pubblico. Il debito pubblico del Giappone è oltre il 200% ma il paese, pur senza risorse, va a mille. L'Italia, con un debito pubblico della metà (sceso di venti punti dagli anni 80), il 112%, inizia a crollare. La Spagna, con un debito pubblico del 66%, precipita. In piena crisi internazionale, far tornare i conti è impossibile, così laddove si impongono politiche di supercontrollo, si accelera la caduta.
Le tasse, ci dice la MMT,  servono solo a far circolare la moneta nazionale, a sanzionare fenomeni come tabagismo o alcoolismo, a drenare risorse via dai potentati economici per tenerli sotto controllo, e a controllare l'inflazione, ma non possono coprire il debito pubblico.

A monte dell'euro esiste un piano dei rentiers, ovvero dei grossi investitori che vivono di rendita. Dal 1943, essi teorizzano di sottrarre ogni residua forma di democrazia a una società che vede nel consumo l'unica democrazia, togliendo ogni risorsa possibile ai cittadini, facendoli vivere con pochissime risorse e trasformandoli così in disperati disposti ad accettare tutto, anche di lavorare in condizione di semischiavitù.


Un copione di serie B da anni '50, avremmo potuto dire  trent'anni fa. Oggi l'impressione è un po' diversa. Vedendo italiani che vanno cercare lavoro in sudamerica, portoghesi e greci che vanno a lavorare nella Germania che germanizza l'Europa, come dice Nigel Farage, sembra che le cose siano terribilmente compatibili con la realtà.


Il libro di Barnard non è destinato ad arricchirlo come un Travaglio qualsiasi, ma è liberamente scaricabile dal suo sito. Il titolo è: Il più grande crimine.
Ho dato un'occhiata anche a due interessanti suoi scritti che fanno riferimento al libro: "Lettera ad un imprenditore" e "Lettera a Berlusconi". Inutile dire che le sue idee gli sono costate da anni l'ostracismo da parte della parte politica che controlla da quarant'anni gran parte dell'informazione punbblica.

Le dieci regole del controllo sociale

Un amico mi ha segnalato queste "regole per il controllo sociale", che volentieri riporto qui. Ognuno ne tragga le riflessioni che vuole, nel bene e nel male.

Le 10 regole per il controllo sociale (Noam Chomsky)

L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche.

1 – La strategia della distrazione. L’elemento principale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel distogliere l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élites politiche ed economiche utilizzando la tecnica del diluvio o dell’inondazione di distrazioni continue e di informazioni insignificanti.
La strategia della distrazione è anche indispensabile per evitare l’interesse del pubblico verso le conoscenze essenziali nel campo della scienza, dell’economia, della psicologia, della neurobiologia e della cibernetica. “Sviare l’attenzione del pubblico dai veri problemi sociali, tenerla imprigionata da temi senza vera importanza. Tenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza dargli tempo per pensare, sempre di ritorno verso la fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre tranquille”).

2 – Creare il problema e poi offrire la soluzione. Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione”. Si crea un problema, una “situazione” che produrrà una determinata reazione nel pubblico in modo che sia questa la ragione delle misure che si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare che dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, oppure organizzare attentati sanguinosi per fare in modo che sia il pubblico a pretendere le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito delle libertà. Oppure: creare una crisi economica per far accettare come male necessario la diminuzione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi pubblici.

3 – La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, col contagocce, per un po’ di anni consecutivi. Questo è il modo in cui condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte negli anni ‘80 e ‘90: uno Stato al minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione di massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 – La strategia del differire. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria” guadagnando in quel momento il consenso della gente per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro di quello immediato. Per prima cosa, perché lo sforzo non deve essere fatto immediatamente. Secondo, perché la gente, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato. In questo modo si dà più tempo alla gente di abituarsi all’idea del cambiamento e di accettarlo con rassegnazione quando arriverà il momento.

5 – Rivolgersi alla gente come a dei bambini. La maggior parte della pubblicità diretta al grande pubblico usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, spesso con voce flebile, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, tanto più si tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se questa avesse 12 anni o meno, allora, a causa della suggestionabilità, questa probabilmente tenderà ad una risposta o ad una reazione priva di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

6 – Usare l’aspetto emozionale molto più della riflessione. Sfruttare l’emotività è una tecnica classica per provocare un corto circuito dell’analisi razionale e, infine, del senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del tono emotivo permette di aprire la porta verso l’inconscio per impiantare o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o per indurre comportamenti…

7 – Mantenere la gente nell’ignoranza e nella mediocrità. Far si che la gente sia incapace di comprendere le tecniche ed i metodi usati per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo che la distanza creata dall’ignoranza tra le classi inferiori e le classi superiori sia e rimanga impossibile da colmare da parte delle inferiori” (vedi “Armi silenziose per guerre tranquille”).

8 – Stimolare il pubblico ad essere favorevole alla mediocrità. Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…

9 – Rafforzare il senso di colpa. Far credere all’individuo di essere esclusivamente lui il responsabile della proprie disgrazie a causa di insufficiente intelligenza, capacità o sforzo. In tal modo, anziché ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e si sente in colpa, cosa che crea a sua volta uno stato di repressione di cui uno degli effetti è l’inibizione ad agire. E senza azione non c’è rivoluzione!

10 – Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca. Negli ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti. Grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” ha potuto fruire di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia fisicamente che psichicamente. Il sistema è riuscito a conoscere l’individuo comune molto meglio di quanto egli conosca sé stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su sé stessa.

lunedì 21 maggio 2012

Equitalia, ovvero la longa manus delle banche... nazionalizzata.

 Equitalia reca in sè parecchie contraddizioni. Tanto per cominciare il nome, visto che da sempre, le tasse sono una cosa tutt'altro che equa, soprattutto in Italia, e non per colpa dell'evasione fiscale, ma per colpa di uno stato che, da sempre, tassa troppo, spende troppo e soprattutto male.

La contraddizione maggiore però è nella sostanza, non nella forma. Non perchè massacrino gente che nella maggior parte dei casi non può pagare perchè è fallita o senza soldi, ma perchè, i dipendenti di Equitalia non sono i soliti passacarte statali, ma sono dei... BANCARI.

Sì, perchè, come ci dice il professor Ugo Arrigo, docente di Finanza pubblica all’Università Bicocca di Milano, Equitalia nasce come una fusione di vari uffici di riscossione controllati dalle banche, da cui proviene tutto il suo personale, che non ha, aggiungo io, superato nessun concorso pubblico. Non solo, ma dopo la nazionalizzazione di Equitalia fatta da Tremonti, gli stipendi del personale ex-bancario di Equitalia sono rimasti in linea con quelli dei colleghi che lavorano in banca e non con quelli dei dipendenti dell'Agenzia delle Entrate (che possiede il 51% di Equitalia tra l'altro mentre il restante 49% è dell'INPS).

Ad una truffa si aggiunge un furto. E questi sono quelli che pretendono di essere i "giusti"? Beh figurarsi gli altri, allora. Qui l'articolo.

Vorrei solo far notare che il professore ci dice che la gente si è stufata di farsi perseguitare dallo stato ladro, almeno in Grecia: hanno tentato di inserire l'IMU ai greci nella bolletta dell'energia elettrica. Risultato: non pagano più nemmeno quella. Infine, ci dà tempo due anni prima di cadere come la Grecia (ottimista? Io pensavo entro un anno scarso). Una ragione in più per uscire dall'euro prima.

Fase due: dopo la spremitura, la colpevolizzazione.

Prima ci hanno spremuti come limoni. Gli italiani hanno comprato auto tedesche fino ad arrivare a quasi un milione l'anno e hanno abbandonato le proprie. Si sono indebitati, hanno pagato l'unificazione ai cari tedeschi. Si sono fatti drenare via in pochi anni quasi cinquecento miliardi di euro nelle banche private che hanno in mano l'Europa. Si sono fatti rubare Lamborghini, Ducati, Giugiaro et cetera perchè l'Italia non ha imparato la lezione Seat, creata dagli italiani per gli spagnoli, rubata dai tedeschi. E adesso vengono giustamente ripagati per tale stupidità. Ben ci sta.

Recita l'ottimo Spiegel: "L'Italia truccò i conti per entrare nell'euro ma Kohl ignorò gli avvertimenti".
L'articolo è citato dal Sole 24 Ore qui.
 
Capito? Loro hanno fatto di tutto perchè non restassimo fuori (diversamente non avrebbero fatto i comodo loro con le esportazioni) e ora che abbiamo finito i soldi e che stiamo smettendo di comprare le loro fantastiche auto (Primo Quadrimestre 2012 : VW -15,3%, Opel -31,0%, Audi -21,0%, BMW - 17,1%, Mercedes - 14,5% Fonti: Carsitaly - UNRAE) ce ne addossano pure la colpa. Anzi, la scaricano sul vecchio Kohl. Perchè oggi non conta più e perchè ha già puntato il dito più volte sulle oscene politiche della Merkel.


I soliti capri espiatori degli errori altrui. Poco male, dall'euro si era già capito che dovevamo uscire, questa è solo una motivazione in più per farlo prima possibile.

sabato 19 maggio 2012

Il tradimento tedesco

"La Germania ha gestito la globalizzazione in modo consapevole, avere paesi come l’Italia dentro la moneta unica ha reso l’euro una moneta più debole di quanto sarebbe stata altrimenti e ha permesso a Berlino di esportare".

"Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso."

Vincenzo Visco - 13 maggio 2012

domenica 6 maggio 2012

Bye bye Sarkò.

Mai nella mia vita avevo parteggiato per un socialista, e devo dire che, in effetti, è stata una scelta puramente strumentale, in linea con la migliore (e unica) destra francese, il FN. Sarkozy doveva cadere, punto e basta. Ed è caduto. Hollande non dà grandi speranze, perchè rappresenta la solita sinistra che ha contribuito, soprattutto in Italia, a distruggere il sistema paese con i suoi sindacati, il suo protezionismo politico, il cieco fanatismo pro-immigrazione et cetera, però, almeno, Hollande alcuni di questi errori li ha riconosciuti, al contrario dei comunistoidi italiani. Quindi ben venga chi comincia dicendo di aver sbagliato. Poi si vedrà.

Sarkozy non ne ha azzeccata una: ha deluso la destra su tutto: scarso contrasto all'immigrazione, totale appiattimento sulle posizioni economiche perniciose della Germania, ha attaccato e distrutto la Libia facendo spendere a Francia ed Europa maree di soldi nel momento peggiore e ha ucciso quello che anche per la Francia era un amico, senza battere ciglio. E' stato il FN a sconfiggerlo, non certo il PS. Il 18 per cento della le Pen è lì a dimostrare che la società cosiddetta multietnica non può essere imposta, perchè la risposta sarà sempre più negativa.

Poi vengono gli altri dati: in Grecia affondano i partiti pro-euro ed entra in Parlamento la Χρυσή Αυγή, (Krusè Aughè) Alba Dorata, partito nazionalsocialista. Niente di più normale, è la prevedibile risposta a chi pretende di obbligare la gente a fare cose contrarie alla sua etica. Ho sempre pensato che il miglior modo per far risorgere partiti di tipo nazionalsocialista (non fascista, attenzione perchè non è la stessa cosa)  fosse proprio quello di insistere sulla permissività dell'immigrazione extracomunitaria e invece di proteggere fortemente la cultura e l'identità nazionali, piegarsi a quelle altrui. Altri danni da aggiungere alla permissività marxistoide (che ormai va di pari passo con quella cosiddetta "democratica"). E in più sempre in Grecia, ricompaiono i comunisti, o forse dovremmo dire stalinisti. Il messaggio è piuttosto chiaro, direi. Si può sintetizzare in: è tutto da rifare, rifatelo prima che ci pensiamo noi con mezzi diversi.

E in Italia? Molto semplice, deve perdere il PdL perchè gli sia ben chiaro che deve togliere l'appoggio a Monti che sta distruggendo l'Italia. Il PD? Insignificante. Quando Bersani dice che non vuole vincere sulle macerie del paese è chiaro che non ha ricette di nessun tipo se non criticare il lavoro altrui. Che vinca o meno il PD resta un partito da opposizione.

Per risolvere il problema euro c'è un solo modo: constatato che i tedeschi sono ritardati mentalmente e non capiscono che l'inflazione non è un pericolo ma sarebbe la salvezza, abbiamo due scelte: o buttiamo fuori loro o ce ne andiamo noi, con gli altri Pigs, e magari anche la Francia che ormai è stata risucchiata dal vortice. Ma dobbiamo farlo entro un anno.

Per i problemi di casa c'è poco da fare: abolire ogni aiuto alle cooperative, chiudere le fondazioni, tagliare gli stipendi di tutti gli impiegati pubblici tra il 10% e il 15%. Mantenere blocchi dei turnover.  Continuare a bloccare gli scatti nel settore pubblico. Sappiamo che è impossibile licenziare gli incapaci, quindi non facciamo discorsi utopici tipo meritocrazia et cetera. L'unica salvezza è il taglio orizzontale. Poi si devono tagliare i servizi non essenziali e continuare con la chiusura di enti inutili. Abolire i finanziamenti ai giornali e ai partiti (in questo il Pdl è stato l'unico partito a capirla) Mettere uno sbarramento del 10%. Basta coi partitucoli. Infine dimezzare i parlamentari e magari in seguito sostituire la camera dei deputati con una camera di membri dell'artigianato, dell'imprenditoria e dei sindacati che rappresentino il vero mondo del lavoro. Coi soldi recuperati dare un taglio netto alle tasse delle aziende private medio-piccole e dei loro dipendenti, oltre a quelle dei piccoli artigiani e imprenditori. E le grandi protette da Confindustria invece possono andare a farsi benedire visto che delocalizzano all'estero. Le tasse per i redditi lordi sotto i 20.000 euro vanno dimezzate: massimo 20% compresi i versamenti INPS. Adesso siamo oltre il 45%. In Romania sono al 20% e vivono lo stesso, con meno statali. Istituzione del salario minimo full time e part-time.
 Pour parler, in Italia ad una P.IVA con 15.000 euro lordi di reddito, tolto il 23% di Irpef, (ovvero 3.450 euro), 3.200 euro di INPS (aumentata grazie a Monti di 400 euro l'anno) rimangono 8.350 euro in tasca. Il commercialista meno di 700 euro non costa. Siamo a quota 7.650. Così vive con 637 euro al mese. Non ha ferie, non ha malattia, non ha nulla. E poi c'è chi ha il coraggio di colpevolizzarlo se evade? Cosa fa? Raddoppia i prezzi? Come no. Parliamo anche degli impiegati pubblici che deve mantenere?  O del fatto che i soldi dell'INPS versati non gli torneranno mai?

L'alternativa alle misure scritte sopra? Eccola: tagli ancora più pesanti degli stipendi pubblici, fino al 30-40% (Grecia e Portogallo) fatti troppo tardi e resi ininfluenti dall'accelerazione del crollo sistemico. Stagnazione, stagflazione, fallimenti a catena. Emigrazione massiva di risorse umane all'estero, soprattutto sudamerica. Crollo del sistema sanitario, previdenziale e scolastico per mancanza di fondi. Mobilitazione delle Forze Armate. Massicce manifestazioni prima e inizio di guerriglia urbana poi. Fuga nelle campagne di consistenti numeri di nuclei famigliari. Formazione di gruppi armati di cittadini. Scontri armati tra cittadini di fazioni opposte e con le forze dell'ordine. Mancato accredito degli stipendi al personale pubblico dovuto al caos fiscale. Diserzioni tra militari e poliziotti: perdita di controllo dello stato sul paese. Crollo del sistema.