mercoledì 23 novembre 2011

Andremo a fondo

Andremo a fondo - dice Monti: un lapsus che potrebbe essere una profezia. Monti se la ride, a Bruxelles se la ridono, noi un po' meno. Italia, Grecia e ovviamente BCE sono oggi in mano a banchieri e a governi di tecnocrati non eletti. I piromani diventano pompieri. Il turbocapitalismo globalizzato comanda, sempre più vicino al comunismo nel suo assolutismo sfacciato.

4 commenti:

  1. Ricordo anche qui il pensiero di Massimo Fini e una delle cose che mi piace di più della sua opera, il Manifesto dell'antimodernità.

    Questo modernismo stupido, volgare, banale, consumista, di plastica e alluminio anodizzato, orribile, artificiale, appiattente, patinato, pacchiano, rincoglionente, impigrente.

    Vedevo una poraccia in treno, col suo ibuc, stupida complicazione modernissima. Ma pigliati un libro in carta, magari non hai neppure pagato il dentista o le spese condominiali per quel trabiccolo idiota per spremerti come una limona.

    Ci vuole una rivoluzione interiore. E questa è la Prima Via!

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  2. Guarda io sono un informatico e non nego che le novità possano essere interessanti, ma devono anche essere economiche. L'I-mondo mi disgusta perchè propone ad un prezzo cinque volte superiore la stessa cosa degli altri solo con un bell'imballaggio. La fiera dell'immagine. Ma che m'importa di un I-Pad da 600 euro se posso avere lo stesso a 150 scarsi di una marca qualunque (ammesso che poi mi serva). Hanno rotto con la santificazione di Stefano Lavori. Il "visionario" sì ma del dollaro, orientato solo a dare giocattoli tecnologici e costosi ai ricchi. In coda dalle 5 del mattino per comprare uno dei primi I-Pad uno degli zombies della mela morsicata affermava: "non so a cosa mi serva, ma so che devo assolutamente averlo". Se proprio dovevano onorare qualcuno potevano farlo con lo sconosciuto ingegnere ASUS che ha inventato il netbook da 150 €, che permette anche a chi prima non poteva di avere un piccolo pc, e nell'era dell'informatica non è poco. Altro che mele morsicate per ricchi figli di papà.

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  3. Vedi, AB, la cosa che faccio osservare ai miei compagni e che li fa regolarmente incazzare (perche' sono faziosi e pensano che la colpa sia tutta dei padroni, dei potenti, etc.) e' che molto spesso sono proprio le masse che sono duale del loro asservimento/spolpamento/sottomissione.
    Il moralismo facilotto e stupidello ti fa credere che la vita, la colpa, tutto sia fuori di te, che ci gli agnelli siano buoni e i leoni cattivi. Che stupidate colossali.
    Nietzsche, in La geneaologia della morale, descrive egregiamente i meccanismi degradanti di formazione di questa nediocre filosofia.
    Non c'e' nulla di meglio di una frase, per descrivere il rapporto squisitamente duale tra sfruttatore e sfruttato.
    Quella che hai riportato:
    "non so a cosa mi serva, ma so che devo assolutamente averlo"
    Ecco, prego, mettiti pure anche a 90 e poi via a piangere isterico coi fiori e le candeline all-Apple Store quando il tuo sfruttatore spremilimone e'schiattato.
    Poi usa le rivendicazioni sindacali per aumentare il tuo reddito. E il meccanismo del capitalismo accrescitivo e parassitario (liberista, privato e industrialista comunista) continua a degradare.

    Sfruttamento delle masse e consumismo sociale gregario di queste.
    Il mondo e la societa' intanto si sfascia.
    Prego, continuate cosi'.

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  4. L'abitudine di creare un responsabile di comodo per giustificare la propria incapacità e i propri vizi è ormai diffusa a macchia d'olio. E' colpa di qualcun altro se le cose vanno male, sempre, e nessuno mai si assume le proprie responsabilità. Io posso anche sbagliare quando faccio qualcosa, ma non è possibile sempre dare la colpa alla società o ai colleghi. Esiste una responsabilità individuale di tutti. L'effetto farfalla che è determinato dalle mie azioni c'è e si vede. Si può essere quindi consumatori attenti per colpire chi produce l'inutile per costringerlo a cambiare target commerciale. Ma sembra che nessuno voglia farlo. E' come se fossimo in presenza di una marea di depressi che si sente realizzata solo consumando il superfluo.

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