domenica 4 marzo 2012

I cugini premono. E mannaggia, hanno ragione.

Loro hanno i treni ad alta velocità dagli anni ottanta. E hanno anche loro i verdi, solo che tendono ad ascoltare i sessantadue milioni di francesi e non gli altri. Noi invece abbiamo il 100% del parlamento favorevole, quindi virtualmente sessanta milioni di italiani (chi non vota non conta), ma permettiamo la dittatura di una minoranza dello 0,02 percento. Misteri dell'Italia. Ecco cosa dice un socialista (sì sto citando un socialista) francese.

tratto da La Stampa

E la Francia sprona l’Italia
"Basta discutere
È un’opera essenziale"

Gérard Collomb Sindaco socialista di Lione: «La linea tra la più italiana delle città francesi e la più francese delle città italiane porterà benefici alle nostre regioni»
Il sindaco di Lione: da noi
non ci sono state opposizioni
Spero che Roma riesca a rispettare i tempi previsti

ALBERTO MATTIOLI
corrispondente da parigi

Preoccupati? Certo che siamo preoccupati. Per carità, crediamo che la Lione-Torino si farà, perché lo Stato italiano si è più volte impegnato a farla e naturalmente non dubitiamo che rispetti i patti. Ma siamo inquieti per i tempi. La Lione-Torino non è l’unica linea ferroviaria strategica per l’Unione europea. Non vorremmo che, se ci fossero dei ritardi nella sua realizzazione, i fondi europei venissero dirottati su altre opere. Quindi non basta costruirla: bisogna anche farlo nei tempi previsti». Parola di Gérard Collomb, socialista, sindaco di Lione, senatore e presidente dell’area metropolitana della Grande Lione. Figlio di un operaio e di una donna di servizio, Collomb è un eccellente esempio di «merito repubblicano» e, forse per questo, è un politico noto per parlare chiaro. Infatti al telefono scandisce le parole per far capire che, per i francesi in generale e per lui in particolare, la questione della Lione-Torino è chiusa: «Adesso bisogna solo rea-liz-zarla». I lionesi, spiega, hanno interesse quanto i torinesi che si faccia la linea ad alta velocità fra la più italiana delle città francesi e la più francese di quelle italiane: «Quest’opera è capitale. E’ importante per le nostre due città, è importante per la regione Rhône-Alpes come per il Piemonte ed è importante per la Francia come per l’Italia».

Signor sindaco, dalla sua parte delle Alpi sono tutti d’accordo?
«Sì. E comunque il tempo della discussione è finito. Del Tgv (Train Grande Vitesse, la Tav francese, ndr ) si è cominciato a parlare sette o otto anni fa, lo Stato si è concertato con le comunità locali e le comunità locali con la popolazione. L’accordo c’è e la necessità che questa linea si faccia è ormai riconosciuta da tutti. O quasi».

Appunto: i Verdi locali non sono certo entusiasti.
«I Verdi si oppongono a una quantità di cose, non solo a questa. Però parliamo di una fase precedente: adesso i lavori sono iniziati, il dibattito è chiuso. E poi vorrei ricordare agli ecologisti che quest’opera ridurrà il traffico su strada, molto più inquinante, e permetterà non solo di migliorare le comunicazioni ferroviarie fra Francia e Italia, ma anche quelle delle vallate alpine».

Ci sono state violenze?
«Assolutamente nessuna. I cantieri sono aperti da tempo. Alcuni mesi fa c’è stata, qua e là, qualche manifestazione, ma non sono mai stati segnalati incidenti».

Si parla di compensazioni per le popolazioni interessate?
«Credo che tutto si faccia secondo le procedure abituali. Dei rapporti con i proprietari dei terreni interessati si occupa la Sncf (le Ferrovie dello Stato francesi, ndr ) che negozierà con loro prezzi e indennizzi. Non è certo un problema politico».

Il ministro dei Trasporti, Thierry Mariani, dice che l’Italia fa bene «a non piegarsi davanti a una minoranza». E’ d’accordo?
«D’accordissimo. Tutti dovrebbero appoggiare questo progetto. Non è una questione di opinioni politiche, ma di semplice buonsenso».

Lei parla da Digione, dal grande comizio di François Hollande, il candidato socialista all’Eliseo. Da 17 anni la Francia ha un presidente di destra ed è stato un governo di destra a decidere la Lione-Torino. Chi può garantire che, se il prossimo presidente sarà di sinistra, la Francia non cambierà idea?
«Io. Perché non se n’è proprio mai parlato. E perché la linea Lione-Torino non è né di destra né di sinistra. E’, molto semplicemente, necessaria per la Francia, quindi la Francia si impegna a realizzarla. Infatti lo sta facendo».

5 commenti:

  1. Orco, è il blog più polemico che abbia mai visto ma.... Condivido in pieno la necessità di fare la TAV e tutto sommato trovo che le Forze di Polizia stiano gestendo bene la questione. Mi piace la fermezza ma vorrei vederla anche in altri ambiti.
    Mi rode un attimino il "chicchero" a vedere due marò accompagnati in un carcere indiano...penso la cosa non richieda spiegazioni particolari! La soluzione, come dicevo al Capo Operaio, non è alla mia portata, ovvero la soluzione che proporrei io forse non è percorribile oggi ma.....
    Sono andato fuori tema e dunque mi scuso e saluto.
    Ciao vecchiaccio

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  2. Dimenticavo...tutte le attenzioni "ferroviarie" ora sono sulla Val Susa ma pochi si sono accorti che lo stesso lavoro lo stanno facendo al Brennero e....i lavori sono fermi perché gli Austriaci hanno finito i soldi!dunque non per colpa nostra...ma non ne parla nessuno!

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  3. Come sarebbe a dire polemico? Muahah lo prendo come un complimento, ben arrivato ;) Non sapevo della faccenda degli austriaci, ma tant'è: noi siamo bravi a pubblicizzare i nostri difetti, gli altri pubblicizzano solo le virtù. Siamo dei deficienti. Quanto ai due marò, come vedi qualche gg fa avevo scritto un post. La cosa non mi va giù manco per sbaglio, in questo momento è meglio se non vado a mangiare in ristoranti indiani, mi potrebbe venire in mente di fare uno scambio di prigionieri :PP

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  4. Allora, vi invito caldamente ad utilizzare questo link http://www.youkioske.com/actualidad-economia/panorama-14-marzo-2012/ per dare una letta all'ultimo numero di Panorama. A pag. 19 un interessante editoriale di Giorgio Mulè affronta, in modo molto schematico, gli stessi fatti riportati nel posto mettendo un pizzico di pepe sulla questione del gassificatore e TAV. Buona lettura

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  5. La democrazia, in particolare da noi, è una forma di anarchia che si alterna a momenti di autoritarismo e comunismo, ma non prende mai una forma stabile. Questo però non mi impedisce di capire che se continuano a comandare paesi come la Germania (che non ne sono capaci perchè partono da una serie di presupposti sbagliati che non elencherò qui) la nostra fine sarà soltanto accelerata. In pratica ci vorrebbe la solita terza via tra l'anarchia furiosa mediterranea e il monolitismo mentale un po' autistico anglo-germanico. Manco a dirlo, i francesi pensano di essere la via di mezzo, ma sappiamo che non è così. Ci vuole qualcos'altro che per ora non c'è, e che avrebbe dovuto essere l'Europa Unita.

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