lunedì 15 luglio 2013

Mafia di Stato

Mentre i problemi importanti sono altri, i riflettori di questi giorni sono e saranno puntati sull'ennesimo processo contro Berlusconi, il primo, sperano i suoi detrattori, in cui non sarà assolto o prescritto in Cassazione, ma dove quest'ultima confermerà la condanna dell'appello.

Il primo punto da notare è che le conseguenze dell'affaire Mondadori saranno pressochè inesistenti per l'accusato in sè: anche se interdetto per qualche anno dai pubblici uffici, Berlusconi potrà fare il leader politico fuori dal Parlamento, dove c'è già un condannato (per omicidio) che fa il leader politico, tale Beppe Grillo. Di questo se ne sono accorti ormai tutti.

Il secondo punto è che l'altra parte in causa viene trattata come vittima. Trattasi della tessera N.1 del PD, tale Carlo de Benedetti. Imprenditore fallito, perfetto esempio di come a sinistra immaginano l'imprenditoria. Distruttore dell'Olivetti, dove la prima cosa che fece quando arrivò fu chiudere il reparto Ricerca & Sviluppo. Successivamente, pagò tangenti per vendere alle PPTT pc e periferiche obsolete (di provenienza Olivetti). Tangenti ammesse dal medesimo, ma i suoi processi furono sempre insabbiati dalla solita magistratura al soldo del PD. Senza parlare delle questioni del Banco Ambrosiano e di molte altre. Ora, che uno come De Benedetti non abbia pagato per avere vantaggi nell'affaire Mondadori, credo come credo a Babbo Natale. Però la protezione mafiosa della cupola PD-Magistratura Democratica è forte, e lo si vede ormai chiaramente.

Il terzo punto interessante è che ad essere corrotto sia stato un giudice. Corrotto da Previti, che ha sempre avuto molto margine di movimento nei confronti del suo amico Berlusconi. Quindi si sanciscono due cose: che ci sono giudici corrottti (e sai che novità, lo sapevano già Falcone e Borsellino, traditi dai loro), e che un imprenditore NON PUO' NON SAPERE. Quindi si gettano le future basi per colpire chiunque. Sarà un'importante zappa per colpire qualunque amministratore delegato o titolare di azienda o politico, o perchè no, militare. Un assurdo divenuto realtà.

Il quarto punto è la sporporzione dell'indennità. Mondadori in borsa vale 220. milioni di euro. Peccato che Berlusconi possegga tramite Fininvest, soltanto 115 milioni, il resto resta alla famiglia Mondadori. Nella sentenza di primo grado, senza fare perizie, il risarcimento venne fissato a 750 milioni di euro. In appello, sempre senza perizie, la cifra vennne abbassata a 560 milioni. Oggi è scesi a 470 milioni di euro, come dice Claudio Borghi Aquilini, docente di Economia all'Università Cattolica di Milano. Un delirio che mostra ancora una volta in che mani è la giustizia: mercanti-giudici, senza conoscenze di base su ciò che giudicano. Dilettanti allo sbaraglio.

Non bastasse questo, c'è il quinto punto. I giudici non si erano accorti che il processo sarebbe caduto in prescrizione a settembre, così, dopo un articolo informativo del Corriere della Sera, hanno deciso di anticipare la Cassazione al 20 luglio. Se non bastasse questo a provare i due pesi e le due misure, oltre alla totale incapacità dei giudici, non so cosa ci voglia. Dilettanti pericolosi.

Assoluzione o colpevolezza poco cambia: ciò che è stato provato è che in Italia esiste una Magistratura pericolosa perchè sbilanciata politicamente a sinistra, onnipotente, autoreferenziale e soprattutto dilettante, oltre che corrotta. Tutto tranne che equilibrata. Lo specchio di un paese che va profondamente cambiato, dove gli squilibri superano ormai ogni immaginazione.

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