sabato 21 luglio 2012

I più tassati del mondo

Di ritorno da una disavventura ospedaliera da cui me la sono cavata per un pelo, ecco che scopro l'uovo di colombo: siamo i più tassati al mondo. Adesso diranno che la colpa è tutta degli evasori fiscali, della corruzione, della malavita, et cetera. Ma la realtà è una sola: è colpa nostra, di tutti gli italiani. Questo perchè la notizia non è nuova, sono decenni che si sa che gravitiamo in testa alla classifica dei più vampirizzati e che prima o poi saremmo arrivati in cima, eppure non c'è stata mai nessuna manifestazione contro questa bestialità. Anzi, abbiamo da sempre mezzo Parlamento, la parte sinistra, ad essere notoriamente "felice" di ta(rta)ssare gli italiani (tanto le sue categorie ultraprotette sono al riparo) perchè "è giusto così". Vabbè, fin qui niente di nuovo, ognuno difende i suoi interessi, solo che, nel frattempo, la crisi, gli stipendi ridotti, la caduta della scala mobile, l'euro, e mille altre cose, hanno eroso i salari ad un livello mai raggiunto sul pianeta. Aggiungo la fuga delle imprese all'estero, piccole medie e grandi, hanno portato, in contemporanea, sempre meno soldi allo stato. Questo campione di matematica, Monti, reintroducendo ICI, alzando INPS e tasse in generale, bollette et cetera, è riuscito a fare il balzo finale in pochi mesi. Con ulteriori aumenti probabili di IVA sarà il collasso, indipendentemente dall'euro. Più alzi le tasse, più si deprimono i consumi, più la gente risparmia, meno lo stato incassa. Una disarmante semplicità resa verificabile da un vecchio gioco per pc di simulazione di gestione di una città, Simcity, dove, se alzavi le tasse, la gente se ne andava. Anche se ipoteticamente quel 16% di soldi evasi (destinato ad aumentare verticalmente con l'aumento delle tasse) finisse nelle casse dello stato, il risultato non cambierebbe perchè sarebbero soldi buttati.

La nave, dicono, si vede dal capitano, e se non sa condurla, finisce contro gli scogli e affonda. E noi affondiamo. Il famoso debito pubblico che doveva venire abbassato (ed è tutto da vedere che serva visto che la Spagna che sta affondando ha la metà del nostro) è tornato quello del governo Prodi nel '96, 120,1: nessuna novità, se non si taglia lo stato. Per carità, colpa della crisi iniziata dal 2009 in poi, però intanto lo stato non taglia granchè.

La prima cosa da fare sarebbe cancellare la parola concertazione, il male tra i mali, la psicosi tutta italiana di dover far andare d'accordo tutte le parti. Che poi non è vero, perchè non sono TUTTE le parti, ma solo quelle parti che sono PROTETTE da sindacati o confederazioni varie. Ad esempio nessuno m'ha mai chiamato per sentire il mio parere, nè me nè mio padre, nè le migliaia di piccole aziende che non sono legate nè ai sindacati, nè a Confindustria, nè a Confcommercio, nè ad altro. Quindi, decide il governo, e basta. Se poi sbaglia si vota qualcun altro.

Poi, tornando ai tagli: tutti lontani, duemilaqui duemilalà. Sempre proiettati su altri governi. Solita solfa. Questo governo ha riproposto tutti i temi del governo Berlusconi spostandoli nel tempo. Clap clap. E meno male che siamo in emergenza. I tagli comunque sono sempre orizzontali e mai oculati, così gli enti che non sprecano vengono puniti come quelli che sprecano. E dire che qui basterebbe guardare i numeri per fare un'azione accettabile.

Ultima considerazione: la protezione civile non esiste più. Quanto aveva funzionato in Abruzzo adesso non si è minimamente verificato in Emilia Romagna, la gente si può sentire abbandonata dopo qualche mese, ma non dopo qualche giorno. Gli amici periti che vanno in loco a verificare i danni hanno trovato una situazione dieci volte peggiore di allora. Classica soluzione italiota: se c'è un manager che lavora bene lo si deve sostituire con uno che, per non sbagliare, non fa nulla. In compenso Bertolaso era una mosca bianca, abbiamo papaveri d'alto livello che da sempre non fanno una fava. Il problema è che, anche se lavorassero 24 ore al giorno, sarebbero sempre una perdita. Un esempio per tutti: Antonio Mastrapasqua, Presidente dell'INPS guadagna 1.200.000 euro all'anno, grazie alla stratificazione dei suoi incarichi. Barak Obama guadagna 400.000 dollari. Manganelli, il capo della Polizia guadagna 620.000 euro. Hollande, che si è abbassato lo stipendio, guadagna 178.920 all'anno. La Merkel, che se lo è appena alzato (perchè è tanto buona e brava) intasca 324.000 euro, lo stesso stipendio da senatore a vita percepito da Monti, 325.000 euro, che però ha rinunciato a quello da premier (bontà sua, comunque ha una pensione miliardaria). Mala tempora currunt.

Queste cifre colpiscono certo, ma mi colpisce di più sapere che un cantoniere guadagni 1.200 euro e non esca mai a lavorare, o che un tecnico pubblico EP (elevata professionalità e mi fa ridere il solo scriverlo perchè ne ho conosciuti parecchi) guadagni 2.000 euro (un ricercatore universitario anziano guadagna più o meno lo stesso) per non fare assolutamente nulla. Perchè di questi ce ne sono a centinaia di migliaia, e sono loro il grosso del cancro, non i loro capi.

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