Sì, il PIL non è tutto e non può crescere sempre, però fare grandi cambiamenti a pancia vuota si sta rivelando piuttosto distruttivo. Uscire dall'euro o no? Le Figaro dice che all'Italia converrebbe, e non solo all'Italia. Prendendo con le pinze le idee yankee, che da anni cercano di affossare l'euro, Le Figaro riporta che Merryll Lynch, di Bank of America, calcola che l'uscita dall'euro converrebbe in primis all'Irlanda, con un secco +7% sul PIL. In seconda istanza all'Italia, che recupererebbe un 3% sul PIL, abbastanza per tappare parecchie falle.
Le conseguenze del crollo dell'euro per la Germania? Un tracollo del 7% sul PIL. E questo solo all'inizio. Dopo, chissà come farebbero gli italiani fan della tecnospazzatura germanica a comprare bidoni a 4 ruote tedeschi di segmento B o C che costerebbero come una villa la mare. Un bel po' di sano nazionalismo sull'acquisto di prodotti per noi e niente per loro. Niente che ci stupisca, per carità, avevamo già capito molte di queste cose da un pezzo, ma vedere che non siamo i soli a pensarlo dà una certa soddisfazione.
Mah.
RispondiEliminaRimmarrebbero tutti i mali profondi di questo paese.
Letto vari aticoli su scenari "fuoi euro" e altri sono alquanto cupi.
In realtà concentrare le sorti di un paese, sue fortune o suoi problemi solo sulla valuta e politiche monetaristiche è, per me, nello spazio dei problemi, non in quello delle soluzioni.
I problemi drammatici tipo Sicilia sono proprio dovuti a bilanci folli che se ne sono infischiati della loro correttezza e del sacrosanto pareggio, spendere un po' meno di quanto si incassa.
Ogni territorio deve essere autonomo e spendere per le risorse che i suoi abitanti consegnano alla comunità. Il federealismo deve essere su base comunale, fiscale e basato sul pareggio e sulla sostenibilità.
L'Italia e gran parte dell'Europa sono una bolla che sta esoplodendo, una bolla proprio gonfiata da politiche keynesiane di decenni.
Lo sai, da questo punto di vista sono assati asburgico e ancor più latino: i latini c, saggiamente, ricordavano "Vince chi si vince!"
D'altra parte non potrei che godere per il fatto che milioni di evasori si troverebbero i prezzi dei prodtti tedeschi enneplicati e forsesmetterebbero, gregge consumista pecoreccio, di inseguire bieche mode esterofile.
Beh finchè non si supera il sistema capitalistico, si deve giocare con le regole del gioco. Se lo fanno gli altri lo possiamo fare anche noi. Poi una cosa sono i giochi europei, un'altra quelli internazionale, un'altra ancora quelli locali. Stando sul locale, ci sono parecchie regioni che avanzano soldi, solo che questi soldi non si possono e non si devono più usare per sostenere le altre, questo è chiaro. In più è difficile fidarsi esclusivamente delle autonomie locali, che spesso sono strabiche sui propri problemi. Se non si stabilisce un sistema centrale di controllo reale, non politico ma di tipo misto (militar-poliziesco, giuridico ed economico) si rischierà sempre.
RispondiEliminaIl metodo è quelo di accorciare il più possibile la filiera del potere in modo che i rappresentanti siano controllati dai rappresentati.
RispondiEliminaL'autonomia e l'autosufficienza fiscale sono il checksum:
ci sono tutte e sole le risorse versate da cittadini e paesani (che se evadono non avranno servizi)
se esse sono sperperate gli effetti negativi si notano prima e più facilmente e i rappresentanti sono obbligati a rendersi conto della malefatte di coloro che hanno delegato perché ne subiscono in prima persona i disastri, non ci sono mediazioni né interventi esterni mitigatori né supplettivi (e quindi peggiorativi).
Scritto male...
RispondiElimina[...] e più facilmente e i rappresentati (gli elettori, i deleganti) sono obbligati a rendersi conto della malefatte di coloro che hanno delegato [...]