sabato 23 febbraio 2013

Parallelismi

Nella Germania Est, (DDR) controllava i comportamenti dei cittadini. Migliaia, milioni di intercettazioni. Non era soggetta a nessun potere, perchè operava in nome del popolo, noi diremmo in nome della Costituzione. Formalmente il capo era Honecker, ma in realtà, veniva controllato anche lui. Un apparato che garantiva la "moralità" del paese in nome della dottrina politica, noi diremmo (ancora), della Costituzione. Ha rovinato la vita a migliaia, forse milioni di cittadini tedeschi. No, non si chiamava Magistratura, si chiamava Stasi. I suoi membri erano onnipotenti, a meno che non tradissero l'organizzazione. Noi diremmo non tradissero la casta.

Ingroia, il magistrato politico mi ha dimostrato che in Italia non siamo secondi a nessuno, nemmeno alla Stasi. In Italia la Magistratura, in teoria, risponde al Presidente della Repubblica, però lo intercetta, come la Stasi. L'articolo 101 della Costituzione ci ricorda che i magistrati "sono soggetti soltanto alla legge", ma la legge la gestiscono loro, indi, sono soggetti solo a se stessi. Brutta cosa, ma si può peggiorare.

In Francia, per garantire un minimo di controllo senza intaccare la democrazia, hanno separato le carriere: la Magistratura Giudicante è indipendente, la Magistratura Requirente è soggetta all'Esecutivo, e nessun magistrato può passare da un incarico all'altro. Un sano, normalissimo equilibrio creato dal buonsenso.

In Italia, non solo un magistrato può fare quel che vuole, ma entrambe le magistrature sono indipendenti e quindi costituiscono un Potere Assoluto. E ogni potere assoluto è sinonimo di pericolo democratico, soprattutto se squilibrato. E la Magistratura lo è, perchè il suo organo direttivo, il CSM, è un organo politico, quindi un pericolo per il sistema democratico.

Il risultato è l'attuale perdita totale di controllo sulla Magistratura, ove l'onnipotenza consente di fare del peggior incubo una realtà. Cosa c'è di peggio quando un arbitro scende in campo come giocatore? Semplice: il peggio c'è, ed è quando questo nuovo giocatore, ad un certo punto, decide di fare di nuovo l'arbitro.

Ingroia ha concretizzato questo incubo. ecco la sua dichiarazione rilasciata su la Stampa: «Non mi sono dimesso - afferma Ingroia - né credo che mi debba dimettere dalla magistratura. Come un avvocato, un medico o un giornalista che dopo l'esperienza parlamentare tornano a fare il loro mestiere, così un magistrato deve poter tornare in servizio, ma non nella Procura dove ha svolto indagini delicate».

Urge, presto, una riforma per bloccare questa anomalia. Qui non si tratta di un banale conflitto di interessi, qui si tratta di garantire o meno che il potere giudiziario non prevarichi tutti gli altri poteri istituzionali, come di fatto sta facendo. Blocco delle leggi sulla riduzione degli stipendi docet.

2 commenti:

  1. Lo stesso problema si pone anche per l'autodichia del potere esecutivo e legislativo.
    Le norme che riguardano i parlamentari perché se le fanno i parlamentari?
    Comunque anche oggi il tuo B. non è riuscito a rispettarle.
    Un politico che non da il buon esempio di rispetto delle regole è una catastrofe.
    Se non vuoi quelle regole, allora le cambi (se hai i numeri per farlo). Altrimenti le rispetti. Ora questa violazione dovrebbe a mio avviso essere punita. E di nuovo inizierà la manfrina complottista sul fatto della magistratura comunista e altra roba del genere. E passerà ancora il segno che sei sei potente fui quello che vuoi e le leggi si applicano solo per i ladri di polli e per paesani e cittadini onesti. Certo non per i potenti.

    Purtroppo anche e soprattutto in questo B. è profondamente italiano: darsi delle norme moraliste, false e ipocrite e poi trasgredirle (non citerò la legge per la lotta alla prostituzione o quella di depenalizzazione del falso in bilancio).

    Allora facciamo 'na modifica di 'ste norme e togliamo la pausa del silenzio del sabato.
    Ma se dovessero essere gli avversari poi a propagandare quel giorno? No, quello non va bene. Allora io lascio la norma e la violo quando mi interessa.
    Poi se quelcuno applicherà le sanzioni di legge, gli darà del mafioso o del comunista.

    Gli italiani sono veramente insofferenti alle norme che regolano il buon vivere civile. E non hanno bisogno di questi PESSIMI esempi.
    Ma del resto qui in Italia l'arbitro è cornuto.

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  2. C'è una certa differenza. Primo, le leggi le fanno i parlamentari in tutto il mondo, per cui non vedo alternativa. Secondo, i giudici, al contrario dei politici, giudicano, per cui dovrebbero essere super partes. I politici, in quanto appunto esponenti di un partito, ovvero di una parte, non devono essere super partes. E'una bella differenza.

    Berlusconi ha parlato? Oppure i giornalisti hanno riportato quello che ha detto lui ma non quello che hanno detto gli altri? Perchè così si vende qualce copia in più.

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