Già avevo perso da tempo ogni speranza nei confronti dell'istituzione del Nobel in generale, e l'ultima notizia dell'attribuzione del riconoscimento alla UE non mi disgusta nemmeno più di tanto. Lasciando perdere Nobel alla letteratura dati a personaggi a dir poco volgari come Dario Fo (ex milite della Repubblica di Salò saltafossi professionista verso la peggior sinistra comunista possibile, quella che ha infettato ogni angolo del cinema e del teatro italiano), ci sono i Nobel per la Pace dati all'inventore del terrorismo arabo Yasser Arafat e, SULLA FIDUCIA, all'afroamericano Barak Obama, fautore dei bombardamenti sulla Libia (ora in preda all'anarchia e alla devastazione dei gruppi paramilitari come ampiamente previsto). Quindi, siamo già stati stupiti in passato con effetti speciali, come direbbe qualcuno.
Ed ora? Ora il Nobel della Pace viene dato non ad una persona, ma ad un soggetto politico, ovvero all'Unione Europea. Quella stessa Unione Europea che sta ammazzando migliaia di famiglie col suo dannato euro e con le sue irresponsabili manovre di rigore puramente estetico che mascherano i favori fatti ai grossi banchieri internazionali. Ecco, a questo punto non ci si può stupire più di nulla.
Valdesaccio che non sei altro... :)
RispondiEliminaEcco, partiamo dalla realtà delle piccole patrie per dirla alla Massimo Fini.
La pecularità dell'Europa, il suo punto di forza anche, sono le centinaia di culture che convivono abbastanza proficuamente. La diversità ha un costo, anche quella culturale (anche in senso etnico).
Da questo punto di vista è assolutamente e indiscutibilmente un fatto che la visione di grandi statisti come De Gaulle, De Gasperi, Adenauer, etc. era giusta. E la serena convivenza e la collaborazione e la meraviglia del mettere insieme punti di forza (e debolezze) diverse forse la diamo per scontata.
Ecco
Poi il disegno e l'ideologia hanno cambiato il fine della comunità: la globalizzazione, il libero scambio che da opportunità è diventata speculazione, il gigantismo che si autoalimenta massacrando le piccole comunità, le loro piccole economie e culture di eccellenza (lo sai come la penso, anche lì vicino in Val di Susa), la distruzione globalizzante e globalizzata dei piccoli artigiani, dei piccoli contadini. La causa è il feticismo nella modernità, la malattia delle magifiche sorti progressive poi diventate progressiste, la tecnofilia e infrastrtturazione e tutte queste pulsioni nichiliste, sintomi di aver scambiato i mezzi con il fine.
L'Europa è stata un progetto di pace.
Forse anche aiutto da questo quantum millesimale di droigante e ubriacante abbondanza e spreco di risorse che non ha fatto che alimentare una crescita insostenibile, divoratrice, distruttrice, inarrestabile.
Ecco, come valdese e forse occitano (sei occitano?) puoi testimoniare quale è la parte migliore dell'Europa. Quella, delle piccole europe, è una realtà che a me piace molto.
Forse perché, come dice Moretti, io sarò sempre con le minoranze, perché è lì che c'è le'ccellenza, il buono.
Sai se uno dovesse premiare il passato, allora bisognerebbe tener conto di tutti i passati, anche di quelli che per 2000 anni hanno visto gli europei farsi guerra.
RispondiEliminaComunque sì, sono occitano al cento per cento, pur non parlando benissimo il patois (colpa dello scarso esercizio).
2000 anni di guerre...
RispondiEliminaChe la lezione sia servita?
In realtà ho qualche dubbio.
Una parte importante di sedativo è stata la tanto insosteniobile quanto estemporanea abbondanza di risorse.
A panza piena non hai voglia di menare le mani, non più di tanto.
Ecco, in Occitania ci furono esempi fulgidi di civiltà. Poi messi a tacere dai reali di Parigi con sostegno ideologico cattolico.
Potenti e parassiti religiosi o laici quasi sempre a braccetto.